Cosa sono gli Open Data

Con “Open data” o “Dati aperti” si fa riferimento ad una filosofia e ad una pratica di condivisione di determinati dati e informazioni in modo da consentirne il libero accesso, in maniera semplice, veloce e senza limitazioni.
Il detentore dei dati rilascia gli stessi in modo tale da poter essere rielaborati liberamente da chiunque (aziende, cittadini, giornalisti, ricercatori) così da poter essere riutilizzati per altri scopi, e quindi generare nuove conoscenze ed aprire nuove strade di sviluppo sociale ed economico.
L’Open data si richiama alla più ampia disciplina dell’ Open Government, cioè una dottrina che prevede l’apertura delle informazioni della pubblica amministrazione, intesa sia in termini di trasparenza che di partecipazione diretta dei cittadini, anche attraverso l’uso delle nuove tecnologie della comunicazione. Questa pratica è piuttosto diffusa nei paesi anglosassoni dove grazie ad essa le amministrazioni hanno avuto la possibilità di superare gli schemi rigidi e burocratici di accesso ai dati e di gestione delle risorse informative, sia al loro interno, sia nei confronti della cittadinanza acquisendo così maggiore efficienza e trasparenza.
In sintesi i “Dati aperti” devono essere:

  • Pubblici (visibili a tutti)
  • Accessibili (nessuna condizione di di contratti o iscrizione)
  • Liberi (utilizzo di un formato aperto e di licenze non proprietarie)
  • Esportabili e scaricabili
  • Elaborabili (cioè resi disponibili in maniera il più possibile disaggregata)
  • Riutilizzabili (chiunque ha il diritto di riutilizzarli, sempre nel rispetto della licenza con la quale sono stati rilasciati)
  • Documentati (sono descritti i passaggi di raccolta ed elaborazione)

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Per un ulteriore approfondimento consigliamo di consultare questi siti:


Spaghetti Open Data
Open Knowledge Foundation
Dati.gov.it
Linked Open Data Italia